La Campania è la prima regione per numero di reati, seguita da Sardegna e Puglia. E’ quanto stabilito da Legambiente e Libera nel decimo anniversario della legge sugli ecoreati. Dunque un triste primato per la Campania che si conferma maglia nera sui reati ambientali negli ultimi 10 anni. Ma non è tutto. I dati fin qui raccolti, grazie soprattutto al prezioso lavoro delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di porto, fanno emergere una realtà schiacciante: l’ecoreato è il delitto più diffuso da quando esiste la legge sugli inquinamenti ambientali. Dunque come descritto poco fa almeno da 10 anni. Segue l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti mentre il terzo delitto più accertato è per disastro ambientale. Poi ci sono i delitti colposi contro l’ambiente e l’omessa bonifica, due fattispecie nuove nel sistema penale italiano ma molto significative per le loro implicazioni con il ruolo delle imprese, spiegano le due associazioni in una nota. Infine, per morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale sono stati accertati 19 reati. La Puglia, al terzo posto per numero di reati (540) è prima per persone arrestate (100). Al quarto posto per reati c’è la Lombardia (498) e poi la Sicilia (482), che è prima per valore economico dei sequestri effettuati, pari a 432,1 milioni di euro e la seconda come persone denunciate. Sesto posto, in classifica, per il Trentino-Alto Adige con 374 reati. Ora la domanda sorge spontanea. Terra dei Fuochi è ancora viva?