Caivano. Mancano pochi mesi alle prossime elezioni a seguito dello scioglimento per mafia che ha gettato nuovamente la città nello sconforto. Ma come spesso ribadiamo negli ultimi tempi non ci convince la narrazione per cui per colpa di qualcuno deve andarci di mezzo un’intera città e soprattutto un’intera classe dirigente. Che pure stava tentando di inaugurare una nuova stagione attraverso mille limiti e infiniti ostacoli ma tutti sappiamo com’è andata a finire. Torniamo ai giorni nostri. Nella serata di ieri si è registrata una novità politica di grande rilevanza: il manifesto del Partito Democratico. Che all’apparenza può apparire come il solito appello pre elettorale buono per il fumo con la manovella. In realtà non è così. Leggendo fra le righe cogliamo quello che è a nostro giudizio un dato politico di grande novità nel panorama politico caivanese. Il Pd sceglie la strada dell’espansione del programma a chi non la pensa allo stesso modo. Altro che Campo Largo e fuffe varie. E lo fa soprattutto quando in alcuni passaggi del manifesto sceglie di rivolgersi, oltre che alle forze politiche che sposano il salto di qualità di cui la città ha bisogno, al “mondo civico” e ai “giovani”. Una vera e propria discontinuità nel merito che mette in conto anche un altro aspetto altrettanto fondamentale. Il Pd con questo appello rinuncia in questa fase embrionale a una centralità politica affermata sul piano nazionale ma che a Caivano diventa un ostacolo per gli interlocutori che a prescindere si sentono figli di un Dio minore. Ma anche qui ci sarebbe tanto da discutere, in particolar modo sulla suscettibilità di chi senza nulla a pretendere vede il Pd come il male assoluto. Oggi però c’è una comunità da salvaguardare. Un obiettivo superiore rispetto alle mediocrità quotidiane di cui la politica potrebbe farne anche a meno. Un popolo da rappresentare e che si sente distinto e distante da chi non ha fatto altro che inquinare le falde acquifere della città. Una maggioranza silenziosa che vuole altro. E che vuole buttare il cuore oltre l’ostacolo ristabilendo il primato della politica sulla propaganda, sulle chiacchiere un tanto al chilo. In poche parole i dem attraverso questo manifesto si pongono l’obiettivo di sbloccare una partita che al momento è incancrenita su varie posizioni personali figlie degli errori del passato. Ma la politica è evoluzione, è segno dei tempi che cambiano. Altrimenti sarebbe un lungo capriccio dal quale è impossibile venirne fuori. La rinuncia alla centralità del Pd nella fase iniziale garantisce la pari dignità a chi coglierà il senso dell’appello senza fare le “messe scalze” per avere il proprio ruolo nella coalizione del futuro. In parole ancora più povere non sentirsi il centro del mondo è un modo decente per garantire l’interesse di chi vuole esserci attraverso il senso di maturità di una scelta. Condivisibile o meno. Ma non è tutto. Stando alle ultime indiscrezioni trapelate nell’ambiente dem il Pd ha deciso di allargare la segreteria a due volti storici del partito: Michelangelo Emione e Iuri Bervicato. Anche qui riteniamo che tale scelta vada in continuità col manifesto: le forze politiche che dialogheranno col Pd avranno a che fare oltre che con il gruppo dirigente attuale capitanato da Franco Marzano, reggente del partito a Caivano, ma anche con le ulteriori competenze ed esperienze dei suddetti nuovi innesti. Chi vuol capire, capisca. All’inizio del percorso tutto è migliorabile ma occorre partire. Confidando nel buon senso di chi coglierà l’apertura del Pd. Si dia inizio alle danze.

https://drive.google.com/file/d/1lfLa3KOPmPwmXtqCnCbofNDirpwENU5L/view?usp=drive_link

Qui il link del manifesto in versione integrale