Questa sera Carlo Calenda a Napoli per il futuro di Azione. Il leader romano arriverà all’Hotel Ramada a via Ferraris intorno alle ore 18. Alla convention di stasera saranno presenti tutti i big del partito in Campania. Un evento che secondo i ben informati rappresenterà un vero e proprio spartiacque. Ma al netto dei convenevoli e delle dichiarazioni di facciata resta da capire quale sarà la strada da intraprendere per i calendiani campani. Che sono alle prese coi congressi provinciali e regionali nel tentativo di dare una sterzata definitiva a ciò che realmente esprime Azione sui territori. Ci spieghiamo meglio. Su Napoli e Caserta i nuovi coordinatori provinciali saranno Oliver Mollo, originario di Napoli, e Cesario Villano, storico amministratore al comune di Cesa. Mentre a livello regionale il nuovo coordinatore regionale sarà l’ex consigliere regionale Luigi Bosco. Da premettere che tali scelte a nostro avviso vanno in una direzione legata a valorizzare l’impegno sul territorio fatto di militanza e consensi (soprattutto consensi).
Pure perché dimostrare numeri radicati in una fase in cui la politica, al di là della qualità espressa, è sempre più allergica alle preferenze significa che da Roma è partita la volontà di ripristinare credibilità al partito ripartendo proprio da chi ha dimostrato e dimostra quei consensi necessari come il pane per qualsiasi realtà politica. Dunque Calenda arriva a Napoli per tracciare la linea del nuovo corso soprattutto dopo la disfatta europea che obbliga gli stati generali del partito al ripensamento della linea politica da adottare. Centro autosufficiente con PiùEuropa, Repubblicani e Psi? Ovvero il grande centro sognato in passato che autonomamente guardi a sinistra? Lo capiremo dalle parole di Calenda di stasera anche perché al Pd occorre una Margherita 2.0 capace di coinvolgere l’elettorato cattolico transitandolo proprio in quella sinistra che da sola, almeno per ora, non riesce a intercettare. E che in assenza di una proposta politica che vada in questa direzione corre il rischio di regalare i cattolici alla destra o al grande partito dell’astensione. Chi vivrà vedrà.