Il partito “anti Fico” non conosce confini. Anzi, l’alleanza “ambidestra” ha coinvolto tutti. Ma proprio tutti. Insomma, Fico mette insieme l’arco costituzionale contro di lui per le dichiarazione rese sull’inceneritore di Acerra. Un primo flop per il co-fondatore dei Cinque Stelle che non se la passa bene sul piano della popolarità. E diciamocela tutta, anche in termini politici. Andiamo a vedere perché. Partiamo da un fatto. Ad aprile la Consulta si esprimerà sul fatidico recepimento della legge nazionale impugnato dal governo Meloni che in sostanza offre a De Luca la possibilità di candidarsi per un terzo mandato. Quindi fino a quel momento non sappiamo se il governatore campano sarà candidato oppure no. Anche se a giudicare dalla sua continua attività istituzionale pare molto fiducioso sul reale esito della Corte Costituzionale. Per ora siamo nel campo delle ipotesi. Ma su di lui ci soffermeremo fra poco.
Fico parla e gli altri criticano. Dal sindaco Manfredi (che in teoria dovrebbe appoggiare il pentastellato) al consigliere regionale deluchiano Mocerino fino all’ex grillina Valeria Ciarambino. Sembra una coincidenza ma non lo è. Tutto legittimo ma a pochi mesi dalla scadenza elettorale non è il massimo. Parte del mondo che dovrebbe sostenere Fico alla guida della Regione si scaglia contro di lui. Un esordio indimenticabile per l’ex Presidente della Camera se aggiungiamo che alla critica sulle scelte in materia ambientale fatte dal centrosinistra regionale non corrisponde l’alternativa di governo. In parole povere, non vuoi l’inceneritore? Perfetto. Come pensi di “affrontare” il ciclo dei rifiuti? Dove li smaltisci? E in che modo? Boh, mistero della fede. L’offensiva anti De Luca si rivela un boomerang. Che durerà almeno fino al vertice targato Pd-M5s delle prossime ore. Ma anche qui occorre sottolineare alcuni aspetti. Convocare un tavolo con Pd e M5s significa estromettere dal tavolo Azione, Italia Viva e tutti i gruppi politici vicini all’ex sindaco di Salerno. Come se tutta l’area centrista presente in consiglio regionale fosse uno spettatore di serie B. Nonostante valga giusto qualche voto. Andate a farvi due conti sulle preferenze ottenute dai partiti e liste civiche strettamente legati a De Luca o non riconducibili al Pd e che siedono in maggioranza e poi ne riparliamo. Dunque è questo il Campo Largo? Ovvero fare la gara a chi ha meno voti? A chi esclude di più? Ma lo sapete che il centro vale almeno il 10%? Andate a dare un’occhiata e ce lo fate sapere. Pure perché snobbare un’area politica ed elettorale di grande rilievo elettorale solo perché sta con De Luca o per qualsiasi altro motivo a noi ancora sconosciuto è da dilettanti della politica. Anche perché senza la certezza della sua candidatura, escluderlo significa mettere una pregiudiziale su di lui e sul suo operato. Anche a costo di perdere l’area politica da lui stesso rappresentata. Dunque De Luca capo del centro? A voi le giuste considerazioni. Torniamo al Campo Largo. E precisamente alla candidatura in chiave grillina. Chi stabilisce che la sinistra campana debba esprimere Fico? I tavoli romani? Le segreterie di partito? Conte e Schlein con Sarracino e Ruotolo? Bene. Costoro hanno ascoltato il territorio? Hanno intercettato la volontà del popolo? Oppure se ne sono infischiati per fare un piacere al M5s e al Pd metropolitano che ha votato in assemblea il superamento di De Luca? Parlano tanto di rinnovamento, di cambiare tutto. Bene. Bravi. Bis.
Ma lo sanno come si governa una città? Quanta fatica ci vuole per intercettare un finanziamento che cambi il volto a una piazza, a un quartiere? Tutto questo Fico lo sa? Anche qui lasciamo a voi ogni interpretazione. Capitolo Pd. Il partito di Elly Schlein in Campania guidato da Topo e Casillo sono disposti a ingoiare tutti questi rospi pur di essere subalterni alla volontà della segretaria dem? Anche a costo di farsi imporre un candidato che non si è mai misurato con le preferenze. Col serio rischio di perdere le elezioni. Ma al di là delle aspettative ellettorali la questione è politica. Qual è la visione a lungo termine dei grillini? Come vogliono governare la Campania? Cosa ne pensano dei settori strategici come sanità e trasporti? Stiamo ancora attendendo. Il Pd è veramente disposto a perdere capri e cavoli pur di sottomettersi ai Cinque Stelle, peraltro storicamente allergici alle preferenze? Anche perchè siamo convinti che al di là di cosa deciderà la Consulta il candidato governatore dovrà essere condiviso con colui che ha governa tuttora la Regione. Per tanti motivi, molti dei quali elencati quando abbiamo alluso al centro. Noi non abbiamo la sfera di cristallo e né vogliamo indicare la strada a chi è molto più esperto di noi. Ma un ripensamento del cammino va fatto. Prima che sia troppo tardi. Pure perrché fin qui la scienza grillina ha pervalso solo in Sardegna con una vittoria al fotofinish. In altre regioni si sa com’è andata. Liguria docet. Il Pd faccia un sussulto di dignità.