Cardito. Giuseppe Cirillo candidato al consiglio regionale. Ovvero il naturale sbocco politico per chi è al terzo mandato da sindaco di Cardito ed è attualmente Vicesindaco di Città Metropolitana. Da una parte c’è stata l’indiscrezione e dall’altra la pronta smentita del primo cittadino su Minformo. Ma come spesso capita la verità sta nel mezzo. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza sul fronte politico. Partiamo dai dati di fatto. Cirillo in questa fase è uno degli uomini più in vista del Pd a Napoli e provincia. Gode di un’autorevolezza politica costruita negli anni. Soprattutto da quando ricopre la carica di Vicesindaco dell’ex Provincia il suo nome ribalza incessantemente negli ambienti politici napoletani. Ma non è tutto. A differenza di qualche “scienziato” passato dal centrosinistra a Fratelli d’Italia per questioni di sopravvivenza, Cirillo non si è mai mosso dal Pd. Mai. Nemmeno quando ha avuto la possibilità di farlo. Nemmeno quando il Pd perdeva ovunque e sembrava condannato all’irrilevanza. E questa scelta l’ha premiato. L’ha reso affidabile agli occhi dei suoi capicorrente. E poi ha dimostrato, condivisibile o meno, alcune virtù che altri esponenti del Pd guardano con diffidenza. Cirillo vince le elezioni. Ha i voti. Possiede il potere. Perché per chi fa finta di non sapere, il potere serve in politica. Serve eccome. Ma attenzione. Non è una parolaccia. Non capite fischi per fiaschi. Il potere è una voce verbale. Significa possibilità. E se a questo si aggiunge anche la competenza amministrativa, ecco che diventa più semplice riqualificare un quartiere, realizzare una piazza nuova, costruire un teatro comunale e via discorrendo. Dunque il potere serve. Così come servono i voti. A casa nostra le elezioni si vincono così, non con le chiacchiere. Ma torniamo a noi. Chi vi scrive in passato al sindaco Cirillo non ha risparmiato nulla. Critiche feroci ma costruttive perché pensiamo che le critiche aiutino il politico a ragionare. Senza mai scendere sul piano personale a differenza di altri perché la battaglia politica ha senso se al centro ci sono gli argomenti, le idee e non le offese personali. Questione di scelte e di stile. A noi le critiche a agli altri le offese. Ora anche noi potremo accodarci alla storiella della candidatura al consiglio regionale di Cirillo e destabilizzare la maggioranza. Ma non c’interessa. Noi pensiamo altro. Non siamo tifosi e non vogliamo esserlo. E pensiamo che nella risposta di Cirillo ci sia una grande verità. Anzi. Un dato politico che in molti ignorano. Veniamo al sodo. Punto primo. In caso di candidatura Cirillo deve dimettersi 3 mesi prima del voto. Quindi in un solo colpo spedirebbe a casa consiglieri e assessori della sua maggioranza, perderebbe il ruolo di sindaco a Cardito e di Vicesindaco a Città Metropolitana. Tutto ciò per una candidatura che in molti danno per scontata così come danno per scontata l’elezione al consiglio regionale. Ma chi stabilisce che Cirillo sia automaticamente eletto? Le elezioni sono una lotteria. E come in tutte le lotterie c’è chi vince e chi perde. Quindi Cirillo dovrebbe perdere i suoi ruoli istituzionali, dunque senza alcun potere, per una candidatura il cui esito è incerto per tutti. Ma non finisce qui. A quel punto Cirillo farebbe i conti col malcontento della sua maggioranza che a causa di una propria ambizione personale si ritrova fuori dal consiglio comunale da un giorno all’altro. Siamo davvero sicuri che tutti i consiglieri “sfiduciati” sosterrebbero in massa Cirillo al consiglio regionale? Tutt’al più da ex sindaco di Cardito da ex Vicesindaco a C.M. In tutta onestà è una roba che non ci convince. Punto secondo. Per noi la strada è un’altra. Cirillo è uomo di corrente così come giustamente sottolineato da lui. Non può decidere da solo fregandosene del gruppo di appartenenza. Ci spiace deludere qualche “scienziato” ma in politica funziona così. La sua candidatura deve essere funzionale agli interessi della corrente di appartenenza. E se non lo è si apre il Piano B. Cirillo non si candida alla Regione e resta sindaco di Cardito e Vicesindaco a Città Metropolitana. Nel 2026 Cardito torna al voto e per non decadere da Città Metropolitana Cirillo si candida al consiglio comunale per “tirare” le liste in città e garantire la continuità amministrativa in caso di vittoria (una vittoria più che certa se l’opposizione continua a regalare sonni tranquilli al primo cittadino). In questo quadro Cirillo resta al potere e diventa fondamentale per portare voti ai candidati scelti dai big del Pd. Andiamo avanti. Il mandato all’ex Provincia scadrà invece nel 2027. Ma nel 2027 ci saranno anche le elezioni politiche. Ed ecco che il primo cittadino carditese può barattare la mancata candidatura in Regione per un posto nel listino bloccato alla Camera o al Senato. Una trattativa politica figlia dell’impegno del numero due all’ex Provincia nel centrosinistra di questi anni. Al di là di chi lavorerà in questa direzione (Manfredi o Casillo la sostanza non cambia) la prospettiva vera supera il voto regionale. La verità sta nel mezzo. E soprattutto la politica ha regole ben precise. Magari non scritte. Ma dalle quali non ci si può allontanare. Altrimenti tutti possono dire tutto. Senza conoscere storia e personaggi.